Ma che cos'è la famiglia
Ognuno di noi ha nella sua mente uno specifico significato per la parola famiglia. Una parola come tante, usata così tante volte nella nostra vita. Una parola che ci richiama ricordi, immagini, per molti piacevoli per molti no. Una parola cosi cara per alcuni, così sofferta per altri. Una parola così importante e così di alto valore soprattutto in Italia, tanto da creare addirittura scontri per rimarcarne i confini, come una di quelle verità incrollabili, anzi di più, un vero e proprio valore, che nessuno deve permettersi di scalfire.
Sono cresciuto con un'idea di famiglia derivata sicuramente dal senso che i miei genitori e i miei nonni hanno dato a questa parola, dal confronto avuto con le mie amicizie, dalla scuola, dal tessuto sociale che ho vissuto e dall'educazione che ho ricevuto in genere.
Se ci pensiamo bene la parola famiglia è una parola, niente più, di suo non dice nulla, una parola è aria fritta, come tante parole come rispetto, amicizia ecc.. Il significato è quello che ognuno di noi dà a quella parola. E' per questo che prima di confrontarsi e scontrarsi forse sarebbe utile capire quale il punto di vista di ognuno, ma soprattutto di cosa è fatto, di quali convinzioni, scelte, o condizionate da altri, sia composto.
Possiamo vederla come una scatola con un'etichetta esterna con scritto "Famiglia", che ognuno di noi al suo interno ha riempito con aggettivi e sostantivi creati dalle proprie convinzioni e dalla propria educazione e dalla propria esperienza di vita. Pertanto, se si riesce a immaginare in questo modo, è facile capire che prima di attaccarsi l'un l'altro e dire cosa è giusto o sbagliato che sia, bisogna ricordarsi che forse sbagliato e giusto non c'è, dipende tutto da che accezione ognuno di noi dà a quella parola e cosa ci abbiamo messo dentro quella scatola. Forse visto che è una parola che associamo a qualcosa di bene, al benessere, più che giusto o sbagliato si potrebbe quindi iniziare a parlare di utile o dannoso per andare verso questo benessere.
Le convinzioni che ho fatto mie sulla famiglia mi hanno portato sin da piccolo a riempire quella scatola di alcune parole come affetto, rispetto, sostegno reciproco, forza, condivisione, dialogo ma anche fino a qualche tempo di un uomo, una donna e il fatto di avere figli.
Il mio percorso di crescita mi ha aiutato a guardare in questa scatola come in tante altre scatole della mia mente, e ho imparato a guardarci dentro per capire oggi come persona adulta e matura, e alle luci delle convinzioni di adesso, quali tasselli al loro interno scelgo di tenere e quali scelgo di togliere e sostituire.
Per capire cosa è utile mettere dentro la scatola famiglia a me ha aiutato partire dal concetto dei valori. Quali sono i nostri valori? se scegliessimo di metterli in lista quali vedremmo? Io mettevo tra i primi proprio la famiglia, forse come una gran parte di persone, in Italia soprattutto. Per prima cosa è importante distinguere il concetto di valore mezzo e valore fine. I valori fine sono quelli che più rispondono alla nostra soddisfazione più profonda, che risuonano con i nostri più alti ideali, come l'amore, il rispetto, la gratitudine..i valori mezzo sono quelli che permettono di arrivare verso i valori fine.
In questa visione la famiglia, come l'amicizia sono valori mezzo nel senso che mi permettono di arrivare verso l'amore. Anche nella scatola amore ognuno mette poi quello che più sente suo, io ci metto sicuramente parole come scambio reciproco e accettazione incondizionata ma anche tanto altro.
Detto ciò, in me sono nate domande che mi hanno portato a chiedermi. Alla luce di questa visione, famiglia visto come mezzo per riempire la mia vita di amore, vista come scambio reciproco, accettazione, rispetto, condivisione di sogni, cosa, di quanto oggi contiene la mia scatola famiglia, scelgo di tenere e cosa scelgo di mettere in discussione?
Avere figli è sicuramente un modo per avvicinarsi a questa visione (a me la vita mi ha donato 3 figli e ringrazio per questo) ma è davvero l'unico modo per arrivare a questo concetto di famiglia? In altre parole, se una coppia non ha figli, non è famiglia? Mi sono risposto che ovviamente per me, è famiglia anche una coppia senza figli. Non solo, ci sono famiglie senza figli che sono vicine al concetto di amore verso il mondo, gli altri e la vita, molto più di famiglie con figli, tanto come esempio.
E' necessario che siano uomo e donna per essere famiglia? Mi sono risposto di no, perché famiglia possono essere due o più persone dello stesso sesso, di diversa razza, gruppi di persone che scelgono di vivere insieme legati dai principi di condivisione e scambio e accettazione, come tante comunità intenzionali a questo mondo, che sempre più stanno crescendo. E che vivono molto meglio di altre i valori dell'amore e rispetto reciproco e ricerca del proprio lato più autentico. Cosi come sono famiglia anche tutte le coppie di qualsiasi genere, razza, religione e quant'altro, accomunate da questi principi.
Ci si può chiedere anche come questa nuova definizione di famiglia, questa scatola con stessa etichetta ma diverso contenuto, possa essere condivisibile oppure no, e, una volta condivisa, quali paure possa generare. Forse ad esempio quella, che vedo molto comune di dire "Eh si va bene questo , però se va bene allora qualsiasi famiglia, allora accettiamo che non si facciano figli , e poi non lamentiamoci". Io credo che sia una uguaglianza un po' distorta, è come dire X=Y. Accettare come famiglia una coppia omosessuale/altro diverso da uomo donna = avere meno figli in questo paese. Siamo sicuri? Io penso che X sia solo = a X e Y sia solo uguale a Y. Cioè legittimare il fatto che si possa chiamare famiglia una coppia omosessuale dovrebbe generare un proliferare di coppie omosessuali e quindi avere meno figli?? A me sembra un po' un pensiero difficile da condividere, non so forse la vedo come un po' una congettura mentale..
Non è che forse quello che oggi porta a disincentivare la gente a fare figli sia invece il fatto di vedersi costretti a studiare fino a tarda età, oggi non basta nemmeno più arrivare alla laurea, ci vuole dottorato o seconda terza laurea "sennò non trovi lavoro". E non è che questa sia una delle tante convinzioni limitanti (forse poco vera..) che porta a pensare a fare dei figli un po' troppo tardi? E poi spesso questi figli non vengono per ragioni fisiche insite nell'uomo e nella donna, vista l'età? Non è che forse questa cultura sempre più individualista e competitiva ci formi e ci plasmi fin dalla scuola alla convinzione "devi impegnarti per essere il migliore, sennò nella vita sei spacciato, se vuoi essere felice devi trovare un buon lavoro una bella casa, una bella macchina e fare soldi", non è che questo un tantino ci costringa a essere completamente centrati su di sé e a lavorare lavorare per una carriera che poi spesso porta a trovarsi soli a tarda età? Non è che forse questo atteggiamento sia anche un tantino contagioso? E forse quelli che l'hanno visto fare ai propri genitori, carrieristi e emotivamente distaccati, tendono a riproporlo come modo sano per andare verso il proprio bene? Dimenticandosi che forse la felicità viene proprio da quel sapersi donare agli altri e sapere vivere l'amore?
Non è che forse tutta questa visione lasci un po' poco spazio ai figli? E che forse, vista questa situazione molti si sentano spaventati nel fare figli?
Il mio intento è solo di comunicare il mio modo di vedere le cose e quello in cui oggi credo, per avere magari un confronto utile di scambio di idee. Vorrei solo che si riuscisse ad ragionare andando aldilà di pregiudizi e convinzioni limitanti per capire di che cosa è fatto quello che veramente conta nella vita. Questa visione, accettare come famiglia tante più casistiche di quelle che una visione confinata possa includere, non toglie niente al mio essere marito fortunato, figlio di due meravigliosi genitori, fratello di una meravigliosa mamma, e papà di tre bimbi stupendi. E per rispondere a qualche critica che qualcuno potrebbe muovere, non collide nemmeno col mio essere cristiano, quale mi ritengo. Gesù ci ha parlato di amore, condivisione, rispetto per la diversità, ascolto, accoglienza. E se una coppia, famiglia di qualunque tipo essa sia vive questi valori, noi chi siamo per giudicare?
Dico solo che prima di scontrarsi, ergersi a giudizio, sentenziare, riempirsi di verità assolute sia opportuno non dico cambiare idea, ma farsi qualche domanda quello sì, quello è doveroso. Poi magari tornando a pensarla come prima, ma qualcosa è bene chiedersi.
Einstein diceva "Il cervello è come un paracadute, funziona solo se si apre..."
E allora facciamolo funzionare..